Stai leggendo i post del mese di gennaio dell'anno 2010.
Postato lunedì 25 gennaio 2010 alle 10:44 da Lucio. Stampa.
Categoria: Considerazioni.
Il titolo di questo post e’ una citazione di Mirko, un amico sbarcato recentemente in Australia dopo un paio di mesi in giro per la Cina, dove tra le altre cose ha avuto modo di fare la conoscenza di una delle culture asiatiche più antiche, affascinanti e controverse. Cosa centra quindi il titolo con la Cina, ma più in generale con l’Oriente?
Chi ha fatto degli studi vagamente tecnici (ma non dovrebbe essere un concetto estraneo neanche a tutti gli altri), probabilmente saprà qual e’ la differenza tra digitale e analogico. Nel primo caso, l’informazione si rappresenta con un numero finito e circoscritto di elementi mentre nel secondo gli elementi sono potenzialmente infiniti.
Concetto astratto ma esemplificabile nel modo seguente. Prendete il volume di uno stereo: alcuni apparecchi hanno la classica manopola (analogico) mentre altri le “tacche” o “freccette” (digitale). In entrambi i casi abbiamo un range da 0 (muto) a 100 (massimo), ma con la manopola possiamo (virtualmente) avere infiniti valori di volume mentre con le tacche “solamente” cento. Insomma, in un sistema digitale tra un valore e quello seguente non c’è niente mentre in uno analogico ci sono infinite variazioni.
La stessa differenza che c’è tra le culture occidentali e quelle asiatiche, analogiche le prime e digitali le seconde. Noi siamo più emotivi, passionali, impulsivi e mostriamo le nostre (molteplici) emozioni più facilmente mentre loro tendono a essere più riservati, composti e meno trasparenti, almeno ai nostri occhi. Un insieme di sfumature diverse contro qualcosa di più definito e inquadrato.
Chi ha avuto a che fare con degli asiatici, come capita spesso a me qui a Sydney vista l’abbondanza, sa bene di cosa sto parlando e forse sarà d’accordo con la similitudine che ho spiegato sopra. Con questo non voglio dire che una delle due concezioni sia migliore dell’altra, ma semplicemente che sono diverse (opposte) tra loro.
Tags: analogico, asia, cina, confronto, digitale, occidente, oriente
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Postato mercoledì 20 gennaio 2010 alle 15:02 da Lucio. Stampa.
Categoria: AUS vs ITA.
La serie di confronti tra Australia e Italia continua dopo quasi un anno di pausa con un argomento molto importante quando si parla di qualità della vita di una città o di una nazione: il lavoro. Le ore settimanali, i giorni di vacanza, lo stress, la pressione, i salari, sono tutti fattori che concorrono a determinare quanto un impiego sia desiderabile o meno. Vediamo nel dettaglio com’è la situazione da queste parti.
Una menzione speciale poi la merita il posto di lavoro da dipendente pubblico, visto che molti di loro sono miei colleghi da ormai tre anni. In questo caso, si può dire che tutto il mondo e’ paese. Per carità, la gente fa quello che deve fare, ma stress e pressione sono praticamente inesistenti e la flessibilità raggiunge livelli biblici, facendone cosi’ il lavoro (quasi) perfetto.
Una volta’ di più ci tengo ad evidenziare come questo sia il risultato della mia esperienza diretta e della media delle persone che conosco o con cui ho parlato. Ci sono chiaramente delle eccezioni e la situazione può cambiare radicalmente in base al lavoro che si fa. Generalizzando, pero’, l’andazzo e’ più o meno questo: Australia batte Italia.
Postato venerdì 15 gennaio 2010 alle 13:40 da Lucio. Stampa.
Categoria: Viaggi e vacanze.
Quest’anno le vacanze natalizie sono state decisamente all’insegna del cazzeggio – scusate il francesismo (o forse dovrei dire inglesismo?). Qualche settimana fa c’era un mezzo progetto con Loris e il Tire di andare su a nord per qualche giorno ma poi, per una cosa o per l’altra, non si e’ fatto nulla. E il “dolce far niente”, complice anche un tempo soporifero, ha prevalso.
L’ufficio era chiuso dal 25 dicembre al 10 gennaio, oltre due settimane, più o meno obbligate, di ferie. Avendo comunque accesso 24/7 all’edificio, mi ero ripromesso di fare qualche apparizione, magari pomeridiana, per portare a termine qualche lavoretto in sospeso prima del rientro ufficiale. Ma invece ho fatto quello che dovevo fare da casa in un paio d’ore. W la pigrizia.
Il giorno di Natale l’abbiamo passato a casa in compagnia del barbecue e di pochi amici che abbiamo nutrito, dissetato e servito generosamente. Dopo tre anni a casa di Andrea e Oksun, non ci sembrava il caso di posticipare ancora l’occasione per ripagarli e cosi’ abbiamo colto la palla al balzo, organizzando una tavolata sul balcone con vista su Burwood. Highlights della giornata i 5 (cinque) sacchi di ghiaccio acquistati – con relative (improbabili) teorie di Manuel su come meglio tenere le bibite in fresca conservando il ghiaccio – e la partitona finale a Uno con i vari partecipanti che giocavano ognuno con regole diverse.
L’altro grande tradizionale appuntamento e’ stato ovviamente Capodanno. Dopo averci pensato per settimane ed essere stati incerti fino all’ultimo, abbiamo optato in extremis per un costoso biglietto d’entrata al Cruise Bar a Circular Quay, di fronte all’Opera House, uno dei posti più cool di Sydney. Peccato che la location sia stata alla fine l’unica nota positiva della serata: musica anonima, gente discutibile e disorganizzazione del locale hanno relegato questo Capodanno all’ultimo posto dei quattro trascorsi a Sydney. Poco male, l’anno prossimo può solo andare meglio…
Tags: amici, barbecue, capodanno, circular quay, natale, uffici, vacanze
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Postato lunedì 11 gennaio 2010 alle 14:03 da Lucio. Stampa.
Categoria: Aggiornamenti.
Mi sembra ieri quando una fredda mattina di luglio di diciotto mesi fa il buon vecchio Tire si presentava alla nostra porta con capello lungo, barba incolta e sul volto la tipica espressione di chi non dorme da 72 ore. Ieri, come altri prima, ha preso un aereo e se n’è andato per la sua strada, lontano dall’Australia.
Se ne va dopo aver passato un anno e mezzo tra Sydney, Melbourne e Griffith, girando poco e lavorando molto in caffè e ristoranti, maturando preziosa esperienza per il suo futuro professionale. Se ne va, per sua stessa ammissione, senza grossi rimpianti o rimorsi, avendo fatto (quasi) tutto quello che si era prefissato.
La sua partenza e’ stata degnamente festeggiata con un memorabile farewell party venerdì scorso in un paio di locali a Darling Harbour, con una cinquantina di invitati in rappresentanza di svariati paesi e continenti. Serata divertente e impegnativa, infatti la foto sopra e’ stata scattata al ritorno a casa il mattino seguente…
A lui va il mio personale ringraziamento per aver condiviso (buona) parte di questa avventura, per averci fatto compagnia in casa per qualche tempo, per essersi preso cura della mia stanza durante il mio ultimo viaggio in Italia e per molte altre cose che al momento non ricordo ma per cui posso solo dire un semplice thank you Alberto.
Tags: aereo, darling harbour, feste, partenze, tire
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